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Gelli (PD): “Ecco cosa abbiamo sbagliato in questi anni e da dove vogliamo ripartire”

Il PD si è forse perso nel proprio ‘storytelling’ delle cose fatte, in quell’epopea dei mille giorni nei quali abbiamo iniziato a riformare questo Paese, perdendo via via il collegamento diretto con la realtà, con il vissuto di cittadini e operatori. Presi dalla foga di raccontare quanto realizzato, abbiamo dato l’erronea impressione che ormai il più fosse stato portato a termine, che il grosso dei problemi fosse ormai alle spalle e che il Servizio sanitario nazionale navigasse al sicuro in acque tranquille

21 MAR - Gentile direttore,
vorrei prendere spunto dall’articolo del Prof. Cavicchi di critica al Partito Democratico per un’analisi del voto e per fare il punto sul futuro del PD e, soprattutto, del nostro Sistema sanitario. Ovviamente, non condivido quanto scritto da Cavicchi, ma non posso esimermi dal prendere in considerazione quanto rilevato da un attento osservatore del settore quale Cavicchi è da tanti anni.
 
Il dato da cui dobbiamo partire è la drammatica emorragia di consensi che ha investito il PD. Un risultato che ci impone una dura riflessione sul nostro operato e su quanto non è stato fatto.
 
Una comunicazione sbagliata. Con ogni probabilità, il nostro primo errore è stato a livello comunicativo. E’ vero, molte cose sono state fatte in questi 5 anni, tante riforme sono state portate a termine, solo per citarne alcune: dai nuovi Livelli essenziali di assistenza alla legge sulla responsabilità professionale e la sicurezza delle cure, dal biotestamento alla riforma degli Ordini sanitari. Tutte misure attese da decenni. Ma resta il fatto che la strada da percorrere è ancora tanta e ci sono interi settori dove siamo riusciti ad intervenire in maniera decisamente insufficiente, su tutti: personale e, per motivi diversi, la sempre più marcata disparità tra Regioni nell’accesso alle cure e nell’erogazione dei Livelli essenziali di assistenza.

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Pubblicato il 23/03/2018, nella categoria: Rassegna stampa