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'Fuori i dati (veri) sulle Rsa'

I quattrocento morti in piu' registrati nel primo trimestre dell'anno e' un numero superato e sottostimato. Opposizione all'attacco della giunta. Grimaldi: "Ritirare la delibera Icardi che consente di trasferire i malati nelle residenze". E la Caucino non risponde e se ne va

 

 Quanti dei 2874 morti nelle Rsa avevano fatto il tampone? Quante Rsa sono state sanificate? Che ne è del piano hotel per collocare i dimessi dagli ospedali e le persone risultate positive nelle Rsa? È previsto l’obbligo del tampone per entrate in Rsa o nelle strutture riabilitative?”. Dopo l’ennesima commissione Sanità nella quale molte risposte ancora non sono state fornite l’opposizione torna ad attaccare la gestione dell’emergenza da parte della Regione Piemonte e lo fa in particolare con il capogruppo di Luv Marco Grimaldi. Diversamente da quanto più volte affermato, infatti, le Rsa non sono semplicemente delle strutture private, ma residenze accreditate dal Servizio sanitario regionale, la cui titolarità è in capo all’assessorato alla Sanità. “Ciò vuol dire – prosegue Grimaldi – che l’Asl non può delegare l’organizzazione e la gestione del servizio ai privati a cui lo affida e che parliamo a tutti gli effetti di luoghi di cura. Cosa voglio dire? Che la Dgr 14-1150 del 20 marzo 2020, in cui si parla chiaramente di trasferimento in Rsa di pazienti dimessi dagli ospedali, va ritirata e bisogna invece cercare strutture dedicate fuori dalle Rsa; e che vanno fatti i tamponi a tutto il personale delle Rsa, anche per assicurare gli organici e non lasciare i pazienti all’abbandono”.

Sono bastate tre domande sottoposte da Mario Giaccone (Monviso) per far sparire l’assessore al Welfare Chiara Caucino: “Lei sapeva che era in elaborazione una delibera volta a trasferire nelle Rsa alcuni malati Covid? Era d’accordo? E ancora: era al corrente del fatto che esistevano due versioni di quel provvedimento?”. Questioni a cui l’assessore Caucino non risponde. Di “indecente scaricabarile” sulla vicenda della sciagurata delibera regionale parla Francesca Frediani, capogruppo del Movimento 5 Stelle. È stato delineato un surreale percorso che avrebbe portato una bozza “elaborata dai funzionari” nelle mani dei responsabili delle Rsa, scatenando una “reazione di sgomento”.

Durante la riunione in videoconferenza non sono mancati momenti di tensione soprattutto nel momento in cui il direttore sanitario dell’Asl di Torino Edoardo Tegani ha definito “statisticamente non rilevanti” i 400 morti in più nelle Rsa piemontesi nei primi tre mesi del 2020 rispetto allo stesso periodo dell’anno passato. Una frase pronunciata in buona fede ma, si sa, ridurre i morti a un dato statistico presta al fianco a più di una polemica, soprattutto dal momento che il picco dei decessi in queste strutture è avvenuto nelle prime due settimane di aprile e sta durando tutt’ora. Insomma, siamo di fronte a numeri del tutto superati e purtroppo decisamente sottostimati.

“Il 20 percento di morti in più nelle Rsa non è un numero statisticamente non rilevante, come mi è stato detto oggi in commissione, è il segno di una gestione sbagliata dell’emergenza in quelle strutture. Lo dimostra l’incidenza altissima del numero di contagiati nelle Rsa rispetto al totale dei malati di Covid-19 in Piemonte” prosegue Grimaldi, che poi aggiunge:“Il problema è ben più ampio perché oltre alle Rsa il settore socio-assistenziale include le Comunità, i Gruppi appartamento, i centri diurni”. “Da tutto ciò emerge un grave problema ben più generale – conclude Grimaldi – gli ostacoli incredibili cui si va incontro per ottenere un tampone, anche quando si è sintomatici, e l’assenza totale di gestione dei pazienti a domicilio. Troppe persone testimoniano di sapere e di avere segnalato da settimane di presentare i classici sintomi del virus, ma essersi sentite dire che non rientrano nelle procedure per un tampone, restando sole a casa, malate, senza terapia, monitoraggio e diagnosi”.

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Pubblicato il 19/04/2020, nella categoria: Rassegna stampa